ISO 9001:2026 – Cosa Cambia e Come Innovare la Qualità in Azienda

La nuova ISO 9001:2026 è attualmente in fase di sviluppo. Il Draft International Standard (DIS) è stato pubblicato il 27 agosto 2025 e la versione definitiva è attesa per l’autunno 2026. Questa revisione introduce cambiamenti strategici nei sistemi di gestione della qualità, con particolare attenzione a sostenibilità, digitalizzazione, resilienza e innovazione tecnologica.

La futura ISO 9001:2026 si propone di rafforzare il ruolo dei sistemi di gestione come strumento di valore competitivo. Ecco i principali aggiornamenti previsti rispetto all’attuale ISO 9001:2015:

1. Integrazione dei principi di sostenibilità della ISO 9001:2026

La nuova norma include una maggiore attenzione ai criteri ESG (ambientali, sociali e di governance), per favorire una gestione aziendale orientata alla responsabilità sociale e alla sostenibilità ambientale. Le aziende saranno incoraggiate a valutare l’impatto delle loro attività in chiave sostenibile.

2. Digitalizzazione e tecnologie emergenti

Sono introdotti riferimenti espliciti a:

  • Intelligenza artificiale
  • Automazione dei processi
  • Cybersecurity
  • Tecnologie digitali applicate alla qualità

Questo consente alle imprese di modernizzare i sistemi di gestione e renderli coerenti con l’evoluzione tecnologica.

3. Gestione del rischio e resilienza organizzativa

L’ISO 9001:2026 rafforza l’approccio basato sul rischio, introducendo anche il concetto di resilienza come capacità di affrontare eventi imprevisti e garantire la continuità operativa.

4. Semplificazioni per le piccole e medie imprese (PMI)

La nuova versione propone un approccio semplificato per le PMI, con linee guida più chiare per facilitare l’adozione del sistema e ottenere la certificazione senza appesantimenti burocratici.

5. Maggiore allineamento con altri standard ISO

Attraverso l’uso della High Level Structure (HLS), la norma sarà pienamente compatibile con altri sistemi di gestione, come:

  • ISO 14001 (ambiente)
  • ISO 45001 (salute e sicurezza sul lavoro)

Questo favorisce un approccio integrato alla gestione aziendale.


Carat Servizi affianca le imprese nell’evoluzione del sistema qualità in linea con la futura ISO 9001:2026. Offriamo percorsi personalizzati di assistenza tecnica, formazione e adeguamento normativo, in particolare su:

  • Risorse umane
  • Sostenibilità e principi ESG
  • Intelligenza artificiale e automazione
  • Digitalizzazione dei processi

Il nostro team multidisciplinare è a disposizione per supportare le aziende nei cambiamenti richiesti dalla nuova norma.

Contatti

Nei prossimi mesi pubblicheremo approfondimenti tecnici, guide operative e materiali formativi per accompagnare le organizzazioni nel passaggio alla nuova ISO 9001:2026.

Riduzione Premi INAIL 2026: Disponibile il Modello OT23

Sul sito ufficiale INAIL è disponibile il modello OT23 per la domanda di riduzione dei premi assicurativi INAIL per l’anno 2026. Le aziende che nel corso dell’anno 2025 hanno realizzato interventi di miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro possono presentare la domanda entro e non oltre il 2 marzo 2026.

Il modello OT23 consente alle imprese di richiedere una riduzione del tasso medio di tariffa INAIL attraverso la documentazione di interventi preventivi o migliorativi effettuati nel 2025. Tali interventi sono suddivisi in sei macro-sezioni:

  • Sezione A – Prevenzione degli infortuni mortali (non stradali)
  • Sezione B – Prevenzione del rischio stradale
  • Sezione C – Prevenzione delle malattie professionali
  • Sezione D – Formazione, addestramento, informazione
  • Sezione E – Gestione della salute e sicurezza: misure organizzative
  • Sezione F – Gestione delle emergenze e dispositivi di protezione individuale (DPI)

Gli interventi sono classificati in due tipologie:

  • Tipo A: maggiore valenza prevenzionale (è sufficiente un solo intervento per accedere alla riduzione);
  • Tipo B: minore valenza prevenzionale (sono necessari almeno due interventi).

Alcuni interventi devono essere realizzati su tutte le PAT aziendali, come quelli della sezione E (misure organizzative) e l’intervento F-5 (piano emergenza incendi).

Interventi pluriennali

Alcuni interventi sono contrassegnati con la lettera P (pluriennale): possono essere riproposti per due o tre anni consecutivi, ma il modello OT23 deve comunque essere presentato ogni anno.

La riduzione del premio INAIL varia in base al numero di lavoratori-anno della PAT nel triennio di riferimento:

Lavoratori-anno (PAT)Riduzione INAIL
Fino a 1028%
Da 10,01 a 5018%
Da 50,01 a 20010%
Oltre 2005%

Per le PAT di nuova apertura (meno di due anni di attività), la riduzione è fissa all’8%.


Ecco alcuni degli interventi ammessi dal modello OT23 per ottenere la riduzione del premio INAIL:

1. Sistemi di gestione sicurezza lavoro

  • Adozione o mantenimento di un SGSL certificato UNI ISO 45001.

2. Spazi confinati

  • Acquisto o noleggio di multi-rilevatori portatili per la rilevazione di gas pericolosi.
  • Sistemi per il salvataggio sicuro di operatori in ambienti confinati.

3. Sicurezza macchine

  • Installazione di dispositivi di protezione come sensori di movimento o tappeti sensibili.
  • Sostituzione di macchine obsolete con modelli conformi alla direttiva 2006/42/CE.
  • Adozione di procedure Lock Out – Tag Out su tutte le macchine.

4. Rischio elettrico

  • Analisi termografica degli impianti elettrici e successive azioni correttive.

5. Prevenzione rischio Radon

  • Implementazione di misure correttive per ridurre la concentrazione di radon nei locali.

6. Disturbi muscolo-scheletrici

  • Sostituzione di attrezzature con macchinari che riducono le vibrazioni al di sotto dei livelli di azione.

7. Rischio microclimatico

  • Installazione di impianti di climatizzazione per evitare condizioni di stress termico.

8. Gestione emergenze e DPI

  • Fornitura di dispositivi “uomo a terra” per lavoratori isolati.
  • Formazione BLSD per il corretto utilizzo del defibrillatore.

Tra gli interventi di carattere formativo e sanitario:

  • Corsi per la prevenzione dei disturbi muscolo-scheletrici, anche tramite protocolli con professionisti riabilitativi.
  • Accordi con strutture sanitarie per la prevenzione di malattie cardiovascolari e oncologiche.
  • Attività di micro-formazione aggiuntiva rispetto agli obblighi normativi.

Per ogni intervento effettuato, è necessario allegare la documentazione probante, come indicato nel modello OT23. La documentazione deve essere trasmessa telematicamente tramite il portale INAIL.


Carat Servizi offre supporto completo per tutte le fasi del processo:

  • Valutazione preliminare della fattibilità degli interventi migliorativi
  • Implementazione degli interventi entro il 31 dicembre 2025
  • Redazione e invio della documentazione probante tramite il servizio online INAIL

Contatti:

Risultati Ispezioni INL 2024: Dati, Irregolarità, Sanzioni e Sicurezza sul Lavoro

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) ha pubblicato i dati ufficiali relativi all’attività ispettiva svolta nel corso del 2024. L’analisi evidenzia un forte incremento dei controlli e un alto tasso di irregolarità nei luoghi di lavoro.

Nel 2024 sono stati eseguiti 158.069 accessi ispettivi da parte di INL, INPS e INAIL, con un incremento del +42% rispetto al 2023 (111.281).

In particolare, l’INL (inclusi i Carabinieri) ha realizzato 129.188 controlli, registrando un aumento del +59% rispetto agli 81.436 dell’anno precedente.

Le ispezioni focalizzate sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro sono state 46.985, con un aumento del +126% rispetto al 2023 (20.755). Un dato significativo che evidenzia l’intensificazione della vigilanza tecnica in materia di prevenzione.

Delle 108.267 ispezioni definite, sono emerse irregolarità in 80.245 casi, corrispondenti a un tasso del 74%.

Dettaglio per Tipologia di Ispezione:

  • Lavoro: 90.831 ispezioni totali, di cui 65.096 con irregolarità (72%)
  • Previdenza: 9.701 ispezioni, 7.952 irregolari (82%)
  • Assicurazioni: 7.735 ispezioni, 7.197 irregolari (93%)

Nel corso del 2024 sono stati individuati:

  • 23.401 lavoratori completamente in nero
  • 327.581 lavoratori irregolari complessivi

Il recupero economico ottenuto a seguito delle attività ispettive ammonta a circa 1,22 miliardi di euro, così suddivisi:

  • 898 milioni di euro in contributi previdenziali
  • 99 milioni di euro in premi assicurativi

Nel 2024 sono stati adottati circa 15.000 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale, a seguito di gravi irregolarità.

Violazioni accertate sulla sicurezza (totale: 83.330):

  • Formazione e informazione: 27,1%
  • Sorveglianza sanitaria: 23,8%
  • Rischi vari: 10,4%
  • Elettricità, attrezzature, DPI: 6,0%
  • Valutazione dei rischi, POS, PSC, DUVRI: 5,7%
  • Rischi di caduta dall’alto: 4,3%
  • Terziario: 66.221 ispezioni (+49%)
  • Edilizia: 41.106 (+73%)
  • Industria: 12.985 (+69%)
  • Agricoltura: 8.847 (+8%)

IndicatoreValore
Tasso di irregolarità74% (80.245 su 108.267)
Lavoratori completamente in nero23.401
Totale lavoratori irregolari327.581
Recupero economico totale~1,22 miliardi di euro
Provvedimenti di sospensioneCirca 15.000
Violazioni in materia di sicurezza83.330

Carat Servizi è a disposizione delle aziende per offrire supporto tecnico, consulenza normativa e formazione in ambito sicurezza sul lavoro:

I nostri esperti possono:

  • Fornire aggiornamenti normativi continui e verifica della conformità legislativa
  • Riesaminare e aggiornare il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) e la documentazione sulla sicurezza
  • Effettuare monitoraggi periodici e gestire le scadenze di legge

Centro di Formazione Professionale

  • Finanziamento dei corsi tramite fondi interprofessionali (es. Fondimpresa)
  • Organizzazione dei corsi in presenza, a distanza o in e-learning, anche personalizzati
  • Gestione attestati e monitoraggio delle scadenze tramite portale formazione Carat

Per ricevere informazioni e supporto:

Rischio Radon: quando non è obbligatoria la valutazione

Valutazione rischio radon

Il radon è un gas nobile radioattivo di origine naturale, prodotto dal decadimento dell’uranio presente nel suolo, nelle rocce e in alcuni materiali da costruzione. Secondo la normativa radon D.Lgs. 101/2020, in ambienti chiusi può accumularsi e rappresentare un grave rischio per la salute, in particolare per i lavoratori esposti per lunghi periodi.

L’esposizione prolungata al radon è stata correlata a un aumento del rischio di tumore ai polmoni, motivo per cui la valutazione del rischio radon è obbligatoria in molte situazioni previste dalla normativa italiana.


La valutazione del rischio radon è disciplinata dal Decreto Legislativo 101/2020, che recepisce la Direttiva 2013/59/Euratom. Il decreto impone al datore di lavoro l’obbligo di verificare l’esposizione al radon in:

  • Locali sotterranei e seminterrati;
  • Stabilimenti termali;
  • Scuole, asili, strutture sanitarie;
  • Altri ambienti chiusi potenzialmente a rischio.

Inoltre, le Regioni devono individuare le aree prioritarie per l’esecuzione delle misurazioni, come previsto dal PNAR – Piano Nazionale d’Azione Radon.


La valutazione può essere esclusa solo in presenza di condizioni ben definite. Ecco i principali criteri:

1. Ambienti al piano terra in aree non prioritarie

Gli edifici al piano terra possono essere esclusi dall’obbligo di misurazione solo se non si trovano in aree prioritarie secondo la classificazione regionale. In caso contrario, anche i locali al piano terra sono soggetti a valutazione.

2. Assenza di locali sotterranei

Se l’attività non dispone di ambienti sotto il livello del suolo e non rientra nelle categorie obbligatorie, non è tenuta alla misurazione del radon.

3. Attività non incluse nell’Allegato II del D.Lgs. 101/2020

Le attività non elencate nell’Allegato II del decreto (es. scuole, ospedali, terme, ecc.) e che non presentano locali sotterranei o seminterrati, possono essere escluse.

4. Edifici di nuova costruzione conformi ai requisiti anti-radon

Le nuove costruzioni realizzate seguendo i criteri edilizi anti-radon (barriere fisiche, ventilazione, materiali certificati) possono considerarsi a basso rischio e quindi escluse dalla misurazione, salvo indicazioni diverse.

5. Assenza di indicazioni regionali o esclusione esplicita

Se la Regione non ha ancora pubblicato le aree prioritarie, o se l’area interessata è espressamente esclusa, non sussiste obbligo di valutazione.


Attualmente, diverse Regioni italiane hanno già individuato le aree in cui la misurazione del radon è obbligatoria. Ecco un riepilogo aggiornato:

RegioneStato pubblicazioneRiferimento normativo
SardegnaPubblicato (162 comuni)Delibera G.R. 20/71 – 30 giugno 2022
PiemontePubblicatoElenco ufficiale 2025
LombardiaPubblicatoDGR 508/2023 – G.U. 09/09/2023
Friuli Venezia GiuliaPubblicato (51 comuni)Database ARPA FVG – marzo 2025
ToscanaPubblicatoElenco ufficiale 2025
VenetoPubblicato (21 comuni)DGR 464/2025 – Allegato A e B

Carat Servizi opera dal 1990 nel settore del monitoraggio del gas radon indoor, con particolare esperienza nella:

  • Valutazione preliminare del rischio radon;
  • Progettazione di nuovi edifici con tecniche anti-radon;
  • Campagne di misurazione annuale della concentrazione di radon;
  • Collaudo delle misure di mitigazione in strutture complesse, come ospedali e scuole.

Per ricevere informazioni sul livello di rischio radon nel proprio comune, o per richiedere un servizio di screening ambientale, è possibile contattare:

Tel. 0423 715927
Email: info@caratservizi.it


La valutazione del rischio radon è un obbligo normativo per molte categorie di attività e ambienti. Tuttavia, esistono casi di esclusione chiaramente definiti, che devono essere valutati con attenzione, anche in base alle indicazioni regionali. Affidarsi a professionisti esperti come Carat Servizi permette di operare in conformità con la normativa e tutelare la salute dei lavoratori.

Neutralità al carbonio: cos’è e come ottenerla con la ISO 14068

La neutralità al carbonio (ISO 14068) indica il bilanciamento tra le emissioni di gas serra prodotte da un’organizzazione, un prodotto, un evento o un servizio, e quelle rimosse o compensate attraverso interventi specifici.

Per dichiararsi carbon neutral, è necessario:

  • Ridurre al minimo le emissioni di CO₂ e altri gas serra, attraverso strategie tecniche ed efficienti;
  • Compensare le emissioni residue tramite progetti certificati di assorbimento o compensazione, come il ricorso a crediti di carbonio.

La norma ISO 14068, pubblicata nel 2023, rappresenta lo standard internazionale per la dichiarazione e certificazione della neutralità climatica. Fornisce linee guida tecniche chiare, trasparenti e verificabili, prevenendo pratiche scorrette come il greenwashing.

Questa norma stabilisce:

  • Requisiti per la misurazione e la riduzione delle emissioni;
  • Criteri per l’utilizzo di meccanismi di compensazione credibili;
  • Procedure per la verifica indipendente da parte di enti terzi.

Adottare un percorso verso la neutralità climatica porta con sé numerosi benefici strategici per le aziende:

1. Miglioramento della reputazione e della credibilità

Una certificazione di carbon neutrality rafforza l’immagine aziendale nei confronti di clienti, partner commerciali e istituzioni, dimostrando un reale impegno verso la sostenibilità.

2. Maggiore competitività sul mercato

Sempre più gare d’appalto, bandi pubblici e filiere produttive richiedono requisiti ambientali stringenti. La neutralità climatica certificata può rappresentare un vantaggio competitivo concreto.

3. Efficienza energetica e riduzione dei costi

Le azioni necessarie per ridurre le emissioni spesso si traducono in un’ottimizzazione dei processi produttivi e in un minor consumo energetico, con conseguente risparmio economico.

4. Conformità normativa e anticipazione dei trend di mercato

Essere conformi alle normative ambientali e anticipare le tendenze legislative su clima e sostenibilità consente alle imprese di evitare sanzioni e cogliere nuove opportunità.


1. Definire il perimetro di applicazione

Stabilire se la certificazione riguarda l’intera organizzazione, un singolo prodotto, un servizio, un evento o un progetto specifico.

2. Misurare le emissioni di gas serra

Quantificare la carbon footprint (impronta di carbonio) utilizzando standard riconosciuti, come la ISO 14064 per le organizzazioni o la ISO 14067 per i prodotti.

3. Ridurre le emissioni

Implementare misure di efficienza energetica, utilizzare fonti rinnovabili, ottimizzare i processi e modificare comportamenti interni per diminuire l’impatto climatico.

4. Compensare le emissioni residue

Acquistare e utilizzare crediti di carbonio certificati e tracciabili, provenienti da progetti di compensazione ambientale validati da enti accreditati.

5. Verifica indipendente

Un organismo terzo, accreditato secondo le norme internazionali, deve eseguire una verifica tecnica indipendente e rilasciare la certificazione ISO 14068.

6. Comunicazione trasparente

Redigere e pubblicare report periodici che documentano i risultati raggiunti e il mantenimento della neutralità climatica nel tempo, seguendo criteri di trasparenza e verificabilità.


La certificazione ISO 14068 è oggi lo strumento più solido per attestare l’impegno verso la neutralità al carbonio. Integrare questo standard nel proprio modello di business permette alle imprese di rispondere con credibilità alle sfide climatiche, rafforzare la reputazione aziendale e cogliere nuove opportunità di crescita sostenibile.

Aree Prioritarie e Valutazione del Rischio Radon nel Veneto

La Regione Veneto ha approvato, con la Deliberazione della Giunta Regionale n. 464 del 2 maggio 2025 (pubblicata sul BUR n. 60 del 13 maggio 2025), il documento tecnico “Radon Indoor – Prima individuazione delle aree prioritarie in Veneto”. Tale delibera identifica i Comuni a maggior rischio radon, nei quali i datori di lavoro sono obbligati a effettuare misurazioni e analisi rischio radon nei luoghi di lavoro situati al piano terra o interrati.

Il Decreto Legislativo 101/2020, recependo la Direttiva 2013/59/Euratom, impone alle Regioni di individuare le aree prioritarie, definite come zone in cui almeno il 15% degli edifici supera il livello di riferimento di 300 Bq/m³. Il Piano Nazionale d’Azione Radon (PNAR) stabilisce criteri e modalità per la valutazione del rischio radon.

La Delibera approva due documenti fondamentali:

  • Allegato A: metodologia, dati e criteri tecnici utilizzati da ARPAV (Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto);
  • Allegato B: elenco dei 21 Comuni veneti individuati come aree prioritarie per il rischio radon.

Nei Comuni individuati come aree prioritarie, i datori di lavoro devono effettuare la misurazione della concentrazione media annua di radon nei luoghi di lavoro entro 24 mesi dalla pubblicazione della delibera (entro maggio 2027).

ProvinciaComunePopolazione (2023)
BLBorca di Cadore840
BLCibiana di Cadore331
PDCinto Euganeo1.906
VIDueville13.616
TVFonte6.010
VIFoza652
VILusiana Conco4.550
BLOspitale di Cadore261
BLPerarolo di Cadore368
TVPonzano Veneto12.995
BLRivamonte Agordino622
BLSan Vito di Cadore1.940
VISchio38.647
VRSelva di Progno904
BLTambre1.299
PDTorreglia6.015
VIValdagno25.652
VIValdastico1.156
VIValli del Pasubio3.051
TVVedelago16.468
PDVò (Vo’)3.268

Nei Comuni a rischio radon, è obbligatorio misurare la concentrazione media annua di radon nei luoghi di lavoro al piano terra o interrati entro 24 mesi dalla pubblicazione della delibera. Se i valori superano il limite di 300 Bq/m³, devono essere adottati interventi correttivi entro due anni. I risultati devono essere registrati nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR). Le misurazioni devono essere ripetute ogni 8 anni o in caso di modifiche edilizie significative.

Carat Servizi, attiva dal 1990, offre campagne di monitoraggio radon indoor e valutazioni preliminari del rischio per la progettazione e il collaudo di nuovi edifici, inclusi complessi ospedalieri. È possibile richiedere informazioni sul livello di rischio radon del proprio Comune e ricevere supporto per screening e misurazioni annuali della concentrazione di radon.

Contatti:
Tel: 0423 715927
Email: info@caratservizi.it

RENTRI: Come Adeguarsi al Nuovo Sistema di Tracciabilità dei Rifiuti

Il Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti (RENTRI) è il sistema informatico previsto dall’art. 188-bis del D.Lgs. n. 152/2006, istituito dal DM 4 aprile 2023 n. 59, per garantire la gestione trasparente e digitalizzata dei rifiuti.

Il RENTRI sostituirà progressivamente gli attuali strumenti cartacei, introducendo nuovi obblighi per le imprese, tra cui l’iscrizione al registro, l’utilizzo del registro di carico e scarico digitale e del FIR digitale.


L’iscrizione al RENTRI è stata suddivisa in tre fasi, in base alle caratteristiche dei soggetti obbligati:

  • Prima tranche: 15/12/2024 – 13/02/2025 (conclusa)
  • Seconda tranche: 15/06/2025 – 14/08/2025 (conclusa)
  • Terza tranche: 15/12/2025 – 13/02/2026 (in fase di avvio)

Con la terza tranche, l’obbligo viene esteso anche alle imprese con meno di 10 dipendenti che producono rifiuti pericolosi.


Dal 2026 sarà completata la transizione verso la gestione digitale dei registri di carico e scarico, con l’obbligo di:

  • Tenuta del registro in formato elettronico
  • Vidimazione digitale
  • Trasmissione periodica dei dati tramite il portale RENTRI
  • Esportazione e conservazione dei dati secondo le linee guida AGID

Dal 13 febbraio 2026 entrerà in vigore l’obbligo di Formulario di Identificazione dei Rifiuti (FIR) digitale, con modalità differenziate:

  • Obbligatorio per rifiuti pericolosi e non pericolosi per aziende con più di 10 dipendenti
  • Obbligatorio solo per rifiuti pericolosi per aziende con meno di 10 dipendenti
    (con possibilità facoltativa di FIR digitale anche per rifiuti non pericolosi)

Questi obblighi si applicano alle aziende derivanti da lavorazioni industriali o artigianali, trattamento di rifiuti, gestione acque reflue, fanghi, fosse settiche, fumi e reti fognarie.


Carat Servizi S.r.l. supporta le aziende in ogni fase del processo di adeguamento al sistema RENTRI, offrendo:

  • Iscrizione al portale RENTRI
  • Utilizzo del nuovo registro digitale di carico e scarico
  • Emissione e gestione del FIR digitale
  • Trasmissione periodica dei dati al RENTRI
  • Conservazione annuale dei dati in conformità con AGID
  • Stampa ed esportazione dei dati
  • Gestione corretta dei rifiuti aziendali
  • Prevenzione delle sanzioni
  • Conformità normativa e documentale

Tel: 0423 715927
Email: formazione@caratservizi.it | segreteriacorsi@caratservizi.it

Accordo Stato-Regioni 17 Aprile 2025: Guida a Fabbisogni, Pianificazione e Verifica dell’Efficacia Formativa

Il nuovo Accordo Stato-Regioni del 17 aprile 2025 (Repertorio atti n. 59/CSR), pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 119 del 24/05/2025, introduce una struttura operativa dettagliata per la formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, basata sul ciclo PDCA (Plan-Do-Check-Act).

Il documento tecnico, contenuto nell’Allegato A, stabilisce criteri per:

  • Analisi dei fabbisogni formativi
  • Pianificazione e progettazione del percorso
  • Verifica dell’apprendimento
  • Valutazione dell’efficacia della formazione sul lavoro

L’Accordo suddivide le fasi della formazione secondo il ciclo PDCA:

1. PLAN – Pianificazione

  • Analisi dei fabbisogni formativi e di contesto
  • Definizione di obiettivi, prerequisiti, indicatori di efficacia
  • Progettazione didattica e metodologica del percorso formativo

2. DO – Erogazione

  • Attuazione del corso con tracciabilità documentale
  • Utilizzo di metodologie coerenti con i fabbisogni rilevati

3. CHECK – Verifica

  • Verifica dell’apprendimento con prove scritte, orali, pratiche
  • Raccolta di evidenze sulla qualità del percorso formativo

4. ACT – Miglioramento

  • Riesame dei risultati
  • Azioni correttive e aggiornamento della pianificazione

Obiettivo:

Identificare il gap tra competenze richieste dal ruolo lavorativo e competenze possedute.

Fonti informative:

  • Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), infortuni, audit
  • Profilo professionale, mansioni critiche, competenze minime
  • Colloqui, osservazioni sul campo, focus group, questionari

Output:

Un report tracciabile nel fascicolo del corso, con obiettivi, target, prerequisiti e indicatori di efficacia.


Elementi chiave del progetto formativo:

  • Conformità normativa e coerenza metodologica
  • Obiettivi misurabili, durata, contenuti e articolazione
  • Metodologie (aula, videoconferenza, e-learning, blended)
  • Criteri di verifica dell’apprendimento e indicatori di efficacia “on the job”

Requisiti organizzativi minimi:

  • Max 30 partecipanti (escluso e-learning)
  • Rapporto docente/discenti: 1:6 per attività pratiche
  • Fascicolo del corso completo e conservato per 10 anni

Modalità di verifica finale:

  • Prove scritte: almeno 30 quesiti (corsi base), 10 (aggiornamenti), soglia ≥ 70%
  • Colloqui individuali strutturati
  • Simulazioni, esercitazioni e prove pratiche per attrezzature e DPI

Strumenti consigliati:

  • Prove in ingresso e in itinere per personalizzazione didattica

Il datore di lavoro deve valutare l’applicazione pratica delle competenze acquisite a distanza dal corso.

Strumenti operativi:

  • Analisi degli infortuni prima/dopo la formazione
  • Questionari di autovalutazione su comportamenti e procedure
  • Checklist osservativa su comportamenti, procedure e uso DPI

  • Responsabile del progetto formativo: coordina l’intero processo
  • Docenti: conformi ai requisiti del DM 6 marzo 2013
  • Organismi paritetici: collaborazione obbligatoria e valutazione degli esiti formativi


Il nostro Ente di Formazione, accreditato dalla Regione Veneto, offre:

  • Consulenza sull’adeguamento al nuovo Accordo Stato-Regioni
  • Analisi dei fabbisogni formativi e progettazione dei percorsi
  • Strumenti di valutazione dell’efficacia formativa
  • Formazione del personale e supporto operativo

📞 Tel: 0423 715927
📧 Mail: formazione@caratservizi.it | segreteriacorsi@caratservizi.it

Regolamento EUDR: Scadenza 30 Dicembre 2025 – Obblighi e Impatti per le Aziende

Il Regolamento (UE) 2023/1115, noto come EUDR (EU Deforestation Regulation), entrerà in vigore il 30 dicembre 2025, imponendo nuovi obblighi a tutte le aziende che immettono sul mercato o esportano dall’Unione Europea determinati beni associati al rischio di deforestazione.

Scopo del regolamento è contrastare la deforestazione e il degrado forestale legati alla produzione e al commercio globale di materie prime specifiche.


A partire dalla scadenza del 30 dicembre 2025, il Regolamento EUDR richiederà che i prodotti interessati:

  • Non provengano da aree deforestate o degradate dopo il 31 dicembre 2020;
  • Siano conformi alla legislazione del paese di produzione;
  • Siano accompagnati da una dichiarazione di dovuta diligenza, completa e verificabile.

Prodotti soggetti al Regolamento

Il regolamento si applica a beni derivati da:

  • Legno
  • Olio di palma
  • Soia
  • Caffè
  • Cacao
  • Bovini
  • Gomma naturale

Questi beni, elencati nell’Allegato I del regolamento, sono considerati ad alto rischio di contribuire alla deforestazione.


La due diligence (dovuta diligenza) è il cuore del Regolamento EUDR. Le aziende devono predisporre un sistema interno per dimostrare la conformità dei prodotti immessi sul mercato.

Il sistema di due diligence include:

  1. Raccolta delle informazioni
    • Descrizione del prodotto, quantità, paese di origine
    • Geolocalizzazione degli appezzamenti dove sono state prodotte le materie prime
  2. Valutazione del rischio
    • Analisi del rischio basata su criteri ufficiali UE:
      • livello di rischio del paese d’origine
      • presenza di foreste primarie o popoli indigeni
      • complessità della supply chain
      • indice di corruzione e falsificazione dei documenti
  3. Misure di attenuazione del rischio
    • Raccolta di ulteriori documenti
    • Audit indipendenti
    • Controlli e verifiche aggiuntive

Il regolamento si applica a tutte le aziende coinvolte nella produzione, trasformazione, commercio o importazione dei prodotti elencati.

Gli obblighi variano in base a:

  • Ruolo nella catena di approvvigionamento (produttori, importatori, trasformatori, distributori)
  • Dimensioni aziendali (grandi imprese, PMI)

Le aziende che immettono per la prima volta i prodotti nel mercato europeo (operatori) saranno soggette agli obblighi più stringenti, rispetto ai semplici commercianti (trader).


Entro la scadenza, le imprese devono:

  • Adottare un sistema di dovuta diligenza documentato e aggiornato
  • Verificare l’origine dei prodotti e la conformità alla normativa locale
  • Dimostrare la tracciabilità completa delle materie prime
  • Organizzare audit interni e formazione al personale
  • Garantire la conservazione della documentazione per almeno 5 anni

La nostra azienda offre un servizio completo di formazione e consulenza operativa per supportare le imprese nell’adeguamento alla normativa EUDR.

  • Interpretazione della normativa EUDR su misura per la realtà aziendale
  • Predisposizione della documentazione obbligatoria
  • Implementazione di procedure di controllo
  • Formazione del personale interno sulle buone pratiche di conformità

Contattaci per una consulenza personalizzata sul Regolamento (UE) 2023/1115 e sulla strategia più efficace per rispettare gli obblighi entro la scadenza del 30 dicembre 2025.


Il Regolamento EUDR rappresenta un cambiamento significativo per tutte le aziende europee e internazionali coinvolte nella produzione e commercializzazione di materie prime ad alto rischio di deforestazione. Prepararsi per tempo è fondamentale per evitare sanzioni e blocchi doganali. Una corretta implementazione della due diligence è la chiave per garantire conformità e competitività sul mercato UE.

Malattie Professionali in Italia: Analisi INAIL 2024

Aggiornamento sui dati INAIL relativi alle malattie professionali in Italia nel 2024 (rilevazione al 31/12/2024). Il presente articolo fornisce un quadro sintetico ma approfondito sull’andamento delle denunce di malattie professionali (MP), sulle principali patologie riconosciute e sui fattori di rischio occupazionali più diffusi, sulla base delle pubblicazioni ufficiali INAIL.


Secondo quanto riportato dal bollettino INAIL “Dati INAIL – n. 1/Gennaio 2025”, il numero totale di denunce di malattia professionale nel 2024 ha raggiunto quota 88.499, con un incremento del +21,6% rispetto al 2023 (72.754 denunce).

Gruppo di patologie (classificazione INAIL)Casi 2024Percentuale sui casi determinati
Sistema osteomuscolare e tessuto connettivo57.74474,7%
Sistema nervoso9.28312,0%
Orecchio e apofisi mastoide4.9896,5%

Fonte: INAIL, “Dati INAIL – n. 1/Gennaio 2025” (dato provvisorio al 31/12/2024)


L’aumento delle denunce nel 2024 conferma il trend di ripresa post-pandemica già osservato nel 2023. Le patologie muscolo-scheletriche si confermano nettamente prevalenti tra le malattie professionali denunciate. Seguono le neuropatie periferiche da sovraccarico funzionale (es. sindrome del tunnel carpale) e le ipoacusie da esposizione a rumore.


INAIL collega le principali categorie di patologie professionali a specifici fattori di rischio lavorativi. Ecco una sintesi delle correlazioni più rilevanti:

a) Patologie muscolo-scheletriche

  • Fattori di rischio: Sovraccarico biomeccanico (movimentazione manuale di carichi o persone, posture incongrue, movimenti ripetuti), carenze nell’ergonomia del lavoro.

b) Patologie del sistema nervoso (es. tunnel carpale)

  • Fattori di rischio: Movimenti ripetitivi del polso e della mano, posture fisse e prolungate, vibrazioni trasmesse mano-braccio, utilizzo intensivo di utensili manuali.

c) Ipoacusia da rumore (orecchio/apofisi mastoide)

  • Fattori di rischio: Esposizione a rumore occupazionale elevato e/o prolungato; inefficace utilizzo di dispositivi di protezione individuale (DPI) uditivi.

d) Patologie respiratorie

  • Fattori di rischio: Esposizione a polveri, fibre (es. amianto, silice cristallina), bioaerosol, fumi e sostanze chimiche irritanti o sensibilizzanti.

e) Neoplasie di origine professionale

  • Fattori di rischio: Pregresse esposizioni a sostanze cancerogene quali amianto (mesotelioma), idrocarburi policiclici aromatici (IPA), cromo, nichel, benzene e altre sostanze classificate.

Nota metodologica: L’associazione tra patologie e fattori di rischio segue la classificazione adottata nei piani e documenti INAIL (Piano triennale prevenzione 2025–2027, report tecnici, monografie). Le valutazioni specifiche devono essere sempre condotte a livello aziendale.


Carat Servizi dispone di un team multidisciplinare specializzato nell’analisi dei rischi professionali fisici, chimici e biologici, con competenze consolidate in:

  • Valutazione dei rischi specifici: rumore, movimentazione manuale (metodo NIOSH), spinta-traino (Snook-Ciriello), movimenti ripetitivi (OCRA), contatto cutaneo e inalazione agenti chimici.
  • Individuazione di soluzioni correttive: tecniche e organizzative per la riduzione degli indici di rischio.
  • Supporto alla documentazione INAIL: redazione dei documenti richiesti in caso di denuncia di malattia professionale.
  • Formazione specifica: corsi per la riduzione del rischio, tra cui la corretta movimentazione dei carichi e l’adozione di posture adeguate.

Il bilancio 2024 evidenzia una crescita significativa delle malattie professionali in Italia, con una netta prevalenza di patologie legate a sovraccarichi biomeccanici e esposizione a rischi fisici e chimici. La prevenzione, basata su una valutazione approfondita dei rischi e una formazione continua, resta lo strumento principale per la tutela della salute dei lavoratori.